Set 17, 2020

Uova Soniche e Uova Cosmiche

Uova Soniche e Uova Cosmiche

Le uova nella storia dell’arte.

 

Le uova. Alimento e simbolo, un simbolo che nella storia dell’uomo ha sempre comunicato qualcosa d’altro.

Ma cosa? L’uovo ha una forma perfetta, lo diceva anche Munari: “l’uovo ha una forma perfetta, benchè sia fatto col culo”.

Diciamo che non ha usato eufemismi per spiegare da dove arrivi l’uovo, eppure, nonostante natali poco eleganti, l’uovo è magico, rappresenta tutto ciò he ha inizio, il seme primordiale. Mica male.

Ma andiamo con ordine, perché l’uovo lo troviamo un po’ ovunque nella Storia dell’Arte, ma vogliamo partire da un quadro, anzi, una pala che si trova proprio alla Pinacoteca di Brera di Milano, la città sede di Trenta Editore.

Non potevamo far altro che partire da qui.

Di cosa stiamo parlando? Della Pala di Montefeltro conosciuta come Pala Brera di Piero della Francesca. Un capolavoro assoluto pieno zeppo di riferimenti e simboli: in tanti hanno tremato al liceo quando l’interrogazione verteva sulla “iconologia e iconografia di Pala Brera” e il pezzo forte è sempre stato e presumibilmente sempre sarà quell’ovetto pendulo sulla testa della Vergine.

Prima di tutto bisogna specificare che si tratta di un uovo di struzzo – gli struzzi andavano forte nel rinascimento ed era simbolo della casata del committente del quadro: Federico di Montefeltro – e quell’uovo, che scende da una conchiglia rappresenta l’Uovo Cosmico, simbolo di vita, di nascita e soprattutto rinascita. Tutto nella Pala rappresenta armonia e perfezione, l’uovo ne è il fulcro prospettico, il protagonista incontrastato perché l’occhio di chiunque punterà dritto proprio lì!

Ora facciamo uno salto spazio temporale gigante, saltiamo piè pari gli alchimisti e i matematici e balziamo nel XX secolo. Chi fu l’artista più ossessionato dalle uova? Dalì. Se ci fossero dei dubbi a tal riguardo verrebbero fugati da un solo colpo d’occhio alla sua casa museo a Figueres.

Dalì le uova le ha messe un po’ ovunque e in varie forme, per lui erano simbolo potente di vita, nascita, metamorfosi, fecondità, mito. Quale mito? Il mito di Leda. Leda fu una delle innumerevoli prede di Zeus, per l’occasione il padre degli di si trasformò in un cigno e Leda generò due uova dalle quali nacquero Castore e Polluce: i Dioscuri.

Insomma, parlavamo di Dalì e continuiamo. Il Maestro usò le uova come simbolo cruciale in molte delle sue opere più famose tra le quali la Metamorfosi di Narciso che è decisamente la più mistica o, come direbbe Dalì, la più “critica-paranoica”. L’uovo è simbolo della metamorfosi di Narciso in un fiore, la mano che lo regge è Narciso stesso. Per far capire questa rinascita, Dalì ha usato l’uovo.

Le uova dunque, sono un elemento che da tempi immemori affascina l’essere umano e le sue Arti.

Molti altri esempi, come Man Ray, Basquiat e Warhol però ci lasciamo con le covate più preziose del mondo, ossia con Fabergè, perché l’alta gioielleria è esattamente il collegamento che ci serve per passare all’arte a? Al design, ovviamente!

 

Per spendere due parole sull’uovo di Fabergè, diciamo che non avevano un significato mistico particolare: erano uova di Pasqua per imperatori. Lo zar Alessandro III lo commissionò per far un bel regalo alla sua sposa. Il primo uovo che venne realizzato impressionò -e non facciamo fatica a crederlo- l’imperatrice e da qual momento in poi la creatività e le uova del gioielliere di San Pietroburgo son entrate nel mito.

Grazie a Peter Carl la prossima puntata sarà dedicata alle uova e agli oggetti.

Chiara Formenti

 

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