Apr 3, 2021

Fucina: un altare per il cibo

Fucina: un altare per il cibo

Fucina è un brand che realizza collezioni da tavola e prodotti per la decorazione d’interni su commissione. Si colloca tra il ritmo incessante della produzione industriale pura e la temporalità di quella artigianale, rendendola una realtà unica nel suo genere. La mente dietro questo progetto è Peppino Lopez, che noi abbiamo incontrato per saperne di più su questo business innovativo.

 

Buongiorno Peppino, di che cosa si occupa esattamente e quando nasce il suo business? Ci parli un po’ del suo progetto Design for chef

Sono nato nel 1981 a Vittoria, una città giovane, fondata nel 1607 con spirito geometrico e dalla contessa Vittoria Colonna Henriquez Cabrera. E un po’ di quello spirito mi è rimasto addosso, laureandomi al Politecnico di Milano, prima in Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale e poi in Architettura. Dal 2009 al 2012 ho lavorato, senza grandi emozioni, in alcuni studi d’architettura. Poi la svolta di tornare, mettendo a nudo l’anima segreta di ogni progettista: modellare, dar vita a delle nuove forme. Non c’è, infatti, che una differenza di scala tra concepire un edificio o un cucchiaio. Ambedue, come sottolineava l’architetto Ernesto Nathan Rogers, hanno al centro l’uomo, dall’esigenza primaria del mangiare a quella molto più complessa dell’abitare. Ho deciso che avrei creato qualcosa di bello. All’inizio mi sono affidato a degli artigiani, ma ben presto ho capito che era meglio contare sulle proprie mani. Devo, tuttavia, ringraziare l’avvento dei social se il mio lavoro ha preso una direzione più precisa. Dopo aver postato il piatto in gres, Sasso, tutt’ora in catalogo, molti cuochi hanno iniziato a commissionarmi il loro piatto. Era il 2017 e nasceva il progetto Design for chef. Una collaborazione entusiasmante, grazie alla quale due processi creativi distinti si fondono e vivono quotidianamente. Si potrebbe dire che modellare un piatto è come fornire una cornice alla ricetta, ma non è esattamente così. In realtà, lavorando a stretto contatto con i cuochi, non si sa più dove finisca il quadro e dove inizi la cornice. Nel 2020, infine, tutte le energie confluiscono nella creazione del nuovo brand Fucina, che realizza collezioni da tavola e prodotti per la decorazione d’interni. Oltre ad avere articoli a catalogo, la nostra produzione è su commissione strettamente artigianale, senza ausilio di stampi e a tiratura limitata. Si rivolge a privati, interior designers, ristoranti, b&b, boutique hotel e concept stores.

 

Che cos’è un piatto? Da che cosa parte quando deve creare un piatto? Da chi o da cosa prende ispirazione?

Che cos’è un piatto? Un piccolo altare per il cibo e per gli occhi. Dà una misura alla fame e al piacere di soddisfarla. È utile e può essere bello. Il rischio, semmai, è che potrebbe essere così bello da non servire al suo scopo principale, diventando solo un soprammobile. Ma questo non succede con i miei piatti, pensati con spirito artigianale e con lo sguardo del designer. Sono piatti che sanno incantare prima e dopo essere stati riempiti. L’emozione che regalano è di scomparire con la ricetta, inglobandola, e di riapparire all’improvviso, appena ne sfiori la superficie o stacchi gli occhi dal cibo. Per definire la forma canonica di un piatto si usa l’espressione “a cappello di prete”. Da questa immagine, prosaica ma efficace, le possibilità di inventare sono infinite. Per fare un piatto non ho una regola fissa. Può essere frutto di una riflessione, ma spesso basta solo un’impressione, un dettaglio, un colpo di luce.  In questo lavoro, come in qualsiasi lavoro artistico, ci sono due vie: seguire l’ispirazione della forma o ragionare intorno alla funzione. Per quanto mi riguarda, forma e funzione sono facce della stessa medaglia. Se dovessi sintetizzare al massimo, direi che i miei piatti seguono le linee curve, presenti in natura, mentre al tatto cercano di evocare un effetto di seta, lo stesso della pelle o del calore della sabbia al mare. Mi piace definirmi “artigiano – designer”: le cose che penso non rimangono sulla carta, ma vengono realizzate personalmente.

 

Come nasce la collaborazione con Pietro D’Agostino? Che idea c’è dietro la collezione dedicata a lui?

È un gioco di mani il mio, da una parte lo chef, dall’altra il ceramista. Ambedue impastano, modellano e cuociono. Dalla terra al fuoco, portando in tavola la forma che contiene e la forma che sazia. Un gesto che coinvolge occhi, tatto e gusto. La prova del nove sta nell’improvvisazione, un’arte che condivido con il mio amico Pietro D’Agostino. A tavola o al tornio, ambedue capaci di eseguire un’opera, affidandoci al proprio istinto creativo, alla tecnica e al cuore. Il primo lavoro pensato per lo chef Pietro D’Agostino fu in occasione dell’apertura del suo nuovo ristorante gourmet Kistè di Taormina. Per impreziosire le pareti lo Chef ha scelto la mia linea di piastrelle, battezzata Crochet Tiles, realizzata in Sicilia, dove sul cemento, materiale riciclabile, sono incisi dei ricami in rilievo, scelti dal repertorio tradizionale siciliano. E cambiando diametro e forma a una piastrella si arriva anche a fare un tavolo. Come quelli realizzati sempre per il Kistè. In questo caso, i merletti bianchi, stampati sul piano di lava, hanno perso l’aspetto civettuolo, conferendo al tavolo un’eleganza sobria e durevole. Ma in realtà molte cose accomunano il nostro operato. Una in particolare è l’amore per la nostra terra e la passione che ci mettiamo nel fare il nostro lavoro. In entrambi i casi l’intento è sempre lo stesso: valorizzare il proprio territorio e la filiera produttiva che contribuisce alla creazione del prodotto finale, dal contadino fino all’artigiano che dovrà realizzare il packaging.  Il mio lavoro di “artigiano – designer” è anche quello di mettere a sistema diverse figure del territorio per la creazione di un unico progetto. Questo permette di creare una rete che aiuti la crescita di un territorio, in questo caso quello siciliano.

 

Il libro di Pietro D’Agostino, Creatività. Memoria e Territorio, con all’interno alcuni piatti firmati Fucina, lo trovate in libreria o su Amazon.