Silvia Casini, Raffaella Fenoglio e Francesco Pasqua
Gli autori di Stranger Food ci hanno raccontato di più su questo libro ispirato al Sottosopra.
Ben ritrovati Silvia, Raffaella e Francesco per la quinta volta! Stranger Food è, infatti, il quinto progetto che realizzate insieme a Trenta Editore. Potete raccontarci da dove arriva l’idea e l’ispirazione? Raccontateci qualche aneddoto sulla sua produzione.
Francesco: Inizio dall’aneddoto. Di noi tre, ero l’unico ad aver visto Stranger Things. Così quando ho proposto di scriverci un libro sopra, Silvia e Raffaella erano un po’ perplesse perché avrebbero dovuto guardarsi in pochissimo tempo quattro stagioni di fila della serie. Le ho costrette, se è questo che vi state domandando. L’idea del libro nasce proprio dal nostro desiderio, a dir la verità coccolato da tempo, di scrivere qualcosa sul ruolo del cibo nei film e nei telefilm anni Ottanta. Stranger Things in fondo, nel bene e nel male, ne è la summa.
Raffaella: Silvia me ne ha parlato. Ho cominciato a seguirla anche io e ci siamo ritrovati d’accordo: molto bella con parecchi spunti degli anni ‘80. Ora attendiamo con ansia l’ultima parte.
Silvia: Non ho visto la serie tanto per seguire la massa. L’ho vista con occhio critico, tant’è che poi ho raccontato a Francesco tutti i riferimenti di cui si nutre l’intero tessuto narrativo. A ogni episodio di stagione mi appuntavo le ricette, le chicche e le curiosità che vedevo. È stato un gran lavoro!
Avete un capitolo o una parte preferita? Se sì, raccontateci perché.
Silvia: L’introduzione con le citazioni letterarie e cinematografiche che fanno parte del serial, perché mi hanno fatto rivivere gli anni Ottanta con un sorriso a fior di labbra.
Francesco: Anche a me tutta la parte dedicata ai rimandi cinematografici e letterari presenti nella serie. Perché per me è una specie di viaggio nella mia adolescenza.
Raffaella: Come sempre io mi occupo di ricette quindi mi focalizzo su quelle. La parte che ho amato di più è stata il “Sottosopra” del libro, con la copertina scura a cui si accede quando si gira il libro a testa in giù, con evidente riferimento al mondo del Sottosopra della serie. Realizzare queste ricette mi è particolarmente piaciuto perché lì ho dato sfogo alla mia fantasia ispirandomi ad alcune scene iconiche.
Esiste un piatto tra quelli che avete proposto nel libro che possa definirvi? Quel particolare sapore che potrebbe descrivere la vostra personalità, la vostra storia e il vostro vissuto.
Silvia: I creatori della serie, Matt e Ross Duffer, adoravano gli Eggo Waffle quando erano bambini e decisero di omaggiare la loro colazione preferita attraverso il personaggio di Undici. La piccola Undi, infatti, va matta per i suoi Eggo’s del mattino. C’è anche una scena in cui divora i waffle con tanta panna sopra assieme a Hopper. Ebbene, Raffaella mi ha regalato una piastra per realizzare a casa dei waffle soffici e golosi. Non vi dico quanti ne ho fatti assieme alla mia bambina di 6 anni. Una bontà!
Raffaella: È stato un po’ complicato creare i lecca-lecca che contenessero una goccia di sangue di Undici, finto ovviamente.
Francesco: No, non credo che in Stranger Food ci sia un piatto che possa davvero definirmi. Potrei dire le barrette al cioccolato ma solo perché da ragazzino ne mangiavo molte e mi ricordano i viaggi in macchina coi miei e il faccino sporco di cioccolato di mio fratello. Ecco, forse è la loro praticità che mi rappresenta di più. Puoi mangiarle ovunque e non nego che ogni tanto continuo a metterne un paio nel mio zaino.
Come vi siete divisi i compiti in questa istanza? Raffaella si è sempre occupata delle ricette e Silvia e Francesco della parte più cinematografica (in questo caso, televisiva)?
Silvia: Con Francesco ho realizzato la parte cinematografica, poi ho strutturato il testo, l’ho inviato a Raffaella che ha inserito le ricette. Mi sono divertita assai nel dare vita al Sottosopra nel libro. Raffaella un po’ meno con le ricette horror.
Raffaella: Come sempre io mi sono messa ai fornelli mentre Silvia e Francesco hanno redatto le schede e gli approfondimenti cinematografici.
Francesco: Sì, abbiamo più o meno adottato la stessa strategia degli altri libri. Anche perché di gastronomia ne capisco il giusto.
Che cosa vi aspettate da Indomite in cucina? Qual è secondo voi il target di riferimento e perché?
Tutti: Ci aspettiamo un successo, come per il volume precedente… ovviamente per volare basso! Scherziamo! Pensiamo che il libro possa interessare agli amanti dei generi cine-gastronomico o gastronomico-letterario. Il target di riferimento, infatti, è composto da coloro che adorano la letteratura, la cucina, il cinema e più in generale il mondo femminile. L’importante è che siano anche persone avventurose e aperte a nuove esperienze culinarie.
Immagino abbiate visto tutti Stranger Things. Cosa ne pensate di questa serie? Perché, secondo voi, ha avuto (e continua ad avere) così tanto successo?
Silvia: I fratelli Duffer hanno fatto provinare oltre 1.200 bambini per i ruoli principali e hanno chiesto loro di leggere scene da Stand by me. Già solo da questo dettaglio si può capire quanto la serie riporti in auge (magnificamente!) gli anni Ottanta. Ed è l’effetto nostalgia che vince su tutto. In più, mescola fantascientifico, superpoteri ed esperimenti segreti realmente accaduti. Ad esempio, la prima stagione è stata in parte influenzata dal caso reale di MKUltra, un programma di controllo mentale della CIA. Per non parlare della musica… dal punk-rock sporco ai brani classici come Should I stay or should I go dei Clash inseriti appositamente per aumentare l’effetto nostalgia. Inoltre, i temi portanti della serie (lealtà, unione, appartenenza, sincerità, innocenza, fiducia, protezione, amore) offrono l’opportunità di legare con i personaggi. Insomma, è impossibile non affezionarsi a loro. Quindi, se amate i film anni Ottanta, vedere Stanger Things vi porterà alla mente It, E.T. l’extra-terrestre,Nightmare. Senza ombra di dubbio, è un serial appassionante che consente di compiere un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo.
Raffaella: A mio parere il successo è dato dall’interpretazione dei protagonisti, soprattutto dei più giovani, dalle atmosfere, dalla colonna sonora e dal chiaro rimando ai film degli anni Ottanta.
Francesco: Ha cavalcato in pieno l’onda di revival anni Ottanta tipica di quest’epoca (anni dai quali sembra non si riesca, purtroppo o per fortuna, a uscirne). Dopodiché, c’è da dire che Stranger Things è scritta e diretta in modo molto furbo, così da piacere alla generazione di oggi e alla generazione di allora.
Chi è il vostro personaggio preferito della serie?
Raffaella: Non ho un personaggio preferito, diciamo che i ragazzi mi piacciono tutti, in blocco. Penso che funzionino davvero bene tra di loro. Gli sceneggiatori e gli autori hanno lavorato ottimamente con questi personaggi.
Francesco: Senza dubbio Maxine “Max” Mayfield. Per look e modo di essere.
Silvia: Io sono innamorata persa di Hopper, il burbero e romantico sceriffo interpretato da David Harbour.
Convincete i nostri i lettori ad acquistare il libro in due righe!
Silvia: Stranger Food è pieno zeppo di ricette ispirate alla serie, sia quelle viste direttamente nel mondo di Hawkins, che quelle ispirate al Sottosopra. È un ricettario ideale per i fan di Stranger Things, perché offre loro l’opportunità di immergersi ancora di più nelle atmosfere del serial. Inoltre, le ricette a tema horror sono perfette per una serata di Halloween terribilmente gustosa.
Raffaella: Ok… la serie è un po’ orrorifica, ma le ricette sono deliziose e leggete soprattutto la parte Sottosopra che vi permetterà di fare un figurone coi vostri amici se organizzate un party a tema Stranger Things.
Francesco: Cosa aspettate ad acquistare Stranger Food? Che un Demogorgone vi colga in piena notte se non lo fate!