Dic 13, 2024

Ottavia Castellaro

Ottavia Castellaro

Intervista all’autrice di Aromatiche da bere un viaggio profumato e saporito nel mondo delle erbe aromatiche, un ricettario di ispirazione per cocktail originali e appetizer.

 

Ciao Ottavia, cominciamo l’intervista con un piccolo trabocchetto. Descriviti in 30 parole!

Poliedrica e imprevedibile: seppur con una formazione scientifica e una laurea in Economia Bancaria, ho seguito un percorso fotografico a livello professionale per poi avvicinarmi al mondo della miscelazione e, attualmente, alla coltivazione e commercializzazione di erbe aromatiche fresche.

Il tuo libro Aromatiche da bere ci porta alla scoperta delle erbe aromatiche e del loro utilizzo per la preparazione dei cocktail. Da dove arriva l’ispirazione? Raccontaci quale aneddoto sulla sua produzione. 

Quello della miscelazione è un mondo molto affascinante e coinvolgente, con radici profonde ma prepotentemente moderno, ricco di storia e aneddoti, dove l’unione degli ingredienti crea suadenti alchimie di gusto. Esaltare i sapori con le erbe aromatiche è un’usanza molto antica che riscopriamo per donare un tocco di inaspettata personalità a ogni preparazione e che ci consente di  valorizzare i prodotti del nostro territorio.

Una sensazione di freschezza, una nota piccante, una lieve dolcezza, oppure un’ avvolgente rotondità? Sono queste le domande da porsi per scegliere l’erba aromatica più adatta a esaltare ogni ingrediente. La conoscenza e l’assaggio singolare di ogni componente del drink ci consentono di capire quale sia la sensazione finale che vogliamo percepire, non solo al palato ma anche al naso, grazie ai persistenti e pungenti aromi delle erbe che sceglieremo di utilizzare. La sperimentazione e la scelta degli ingredienti sono essi stessi un viaggio nel gusto e nelle storie che li accompagnano. Anche la scelta della tecnica, infusione a caldo o a freddo,  sciroppo o foglia fresca, è un momento molto divertente, in cui la creatività entra in gioco con forza.

Hai un capitolo o una parte preferita? Se sì, raccontaci perché.

Ogni erba aromatica ha le proprie caratteristiche di profumo e sapore, ogni drink è studiato per accompagnare diversi momenti della giornata e  svariate occasioni di convivialità o stati d’animo: non sento di avere una parte prescelta poiché dipende dal momento che sto vivendo. Lo scopo del mio libro è quello di avvicinare le persone alla miscelazione per far scoprire loro come sia divertente sperimentare e personalizzare ogni ricetta, per “cucirsela addosso” e trovare la preferita.

Per Trenta Editore la “Buona Tavola” suscita emozioni, cosa rende speciale la tua tavola?

Accompagnare un aperitivo tra amici, suggellare una serata romantica, chiudere con dolcezza una cena importante o semplicemente dedicare un po’ di se stessi alla preparazione di una bevanda per sé o per le persone a cui vogliamo bene: con un drink possiamo farlo,  e l’effetto “wow” è assicurato.

E se a quel drink aggiungiamo il tocco delle erbe aromatiche, il “wow” maggiorato!

Per me la Buona Tavola è un atto d’ amore, come la miscelazione!

Qual è la tua personale definizione di creatività?

Penso che la creatività sia l’espressione del bambino che è ancora dentro di noi: sta a noi ascoltarlo, guidarlo o esserne guidati, con il motore della curiosità sempre acceso.

Esiste un’erba aromatica o un drink che pensi possa definirti? Quel particolare sapore che potrebbe descrivere la tua personalità, la tua storia o il tuo vissuto.

Più che ad una specifica erba aromatica penso che un “bouquet” di erbe sia più adatto ad esprimere la complessità di una personalità come la mia, con una storia in divenire e un vissuto intenso: per questo ritengo che il “Silver Daisy” possa essere il drink che più mi rappresenti. In questo drink i sentori sapidi del sale e del Tequila si uniscono all’aromatica pungenza della salvia, all’acidità del lime, alla forza del liquore all’anice e all’avvolgenza del finocchietto selvatico. Al naso il suo profumo è speziato e forte, mentre al palato il gusto è dapprima salato, poi acido e fresco e solo sul finale si avverte la nota dolce.

La Buona Tavola e il futuro, qual è la tua visione?

L’aspetto green della vita viene vissuto con maggior serietà rispetto al recente passato e tutto questo si riflette in che cosa si mette in tavola, oltre al come. La ricchezza di biodiversità di cui godiamo fa si che “fare la spesa” sia diventato uno stile di vita fatto di scelte naturali e di qualità che puntano a ridurre gli sprechi, dove è importante ritagliarsi del tempo per cucinare partendo da materie prime grezze, anche alla riscoperta di ricette e soluzioni antiche.

Dall’altro lato, purtroppo, la freneticità legata al consumismo e all’esigenza di soluzioni apparentemente low cost spostano l’ago della bilancia su cibi ultra processati, su ingredienti altamente impattanti sull’ambiente e sui lavoratori, su preparati veloci ma non ben definiti, con conseguenti seri problemi di obesità e di salute in generale. 

Sta a noi dare il buon esempio nei nostri piccoli gesti quotidiani e alle istituzioni nel sistema educativo scolare avere un approccio più sostenibile, non solo nella differenziazione dei rifiuti o nella riduzione di emissioni inquinanti, ma anche nel vivere la tavola: il rispetto della natura, della biodiversità, della territorialità, della stagionalità devono sempre risultare in primo piano, per il bene del Pianeta e della nostra salute, anche e soprattutto per i nostri figli e per le generazioni future.

Aromatiche da… bere. Sapori mediterranei nel bicchiere