Franco Gasparri
Intervista all’autore di Whisky Mania, l’affascinante viaggio di un distillato dalla Scozia all’Italia.
Ciao Franco, cominciamo l’intervista con un piccolo trabocchetto. Descriviti in 30 parole!
A questa domanda dovrebbe rispondere mia moglie… credo che la testardaggine e la determinazione siano gli elementi più significativi, accompagnati dalla curiosità e dalla necessità di apprendere, conoscere, approfondire quello che mi affascina. Mi ritengo un “bon vivant” alla ricerca di gratificazioni legate al gusto e al piacere della tavola. Mi piace sperimentare alla ricerca di sensazioni nuove, sempre pronto a degustare ed assaggiare prodotti che non ho mai provato.
Lo Scotch Whisky è la mia “kriptonite” .
Il tuo libro Whisky Mania ci porta alla scoperta di questo distillato, dei suoi luoghi di produzione e di come degustarlo. Puoi raccontarci da dove arriva l’idea e l’ispirazione? Raccontaci qualche aneddoto della sua produzione.
L’idea è quella di raccontare quello che ho imparato visitando distillerie, parlando con coloro che si occupano della produzione, dalla fermentazione alla distillazione ed infine alla maturazione, la componente più importante nella produzione di un distillato, così come il momento in cui si decide un imbottigliamento, cioè la fase di selezione e degustazione dei barili a disposizione.
Hai un capitolo o una parte preferita? Se sì, raccontaci perché.
La parte che mi ha sempre affascinato è senza dubbio quella degli abbinamenti tra whisky o altri distillati al cibo. Di solito si abbinavano ai desserts e l’aspirazione di poter degustare dei whiskies abbinati alle portate di un pranzo o cena, mi ha sempre incuriosito. Dagli anni novanta, ho trovato l’opportunità di fare molte cene a tema e molto spesso i partecipanti, affascinati da questa esperienza , mi hanno ringraziato.
Per Trenta Editore la “Buona Tavola suscita emozioni”, cosa rende speciale la tua tavola?
La ricerca di un abbinamento è proprio quello di sviluppare emozioni gustative nuove. Aprirsi alla sperimentazione è un’attitudine, non tutti amano uscire dagli schemi, la curiosità però è parte integrante di ognuno di noi e quello che mi ha spinto a proporre abbinamenti improbabili è stata la parte più intrigante di una cena.
Certo non si può pensare che tutti possano essere d’accordo con una proposta, ma di sicuro le persone che sono intervenute in queste cene hanno apprezzato l’esperienza.
Qual è la tua personale definizione di creatività?
Proporre un abbinamento che sia in grado di esaltare il gusto, praticamente quando quello che beviamo esalta ciò che stiamo mangiando e viceversa. Come il barman, che crea un cocktail combinando diversi prodotti per ottenere un drink emozionante, oppure uno chef che riesce a creare emozioni con delle ricette uniche.
Esiste un Whisky o Whiskey che possa definirti? Quel particolare sapore che potrebbe descrivere la tua personalità, la tua storia e il tuo vissuto.
Questa è una domanda difficile, amo i whisky torbati e medicinali però come tutti i consumatori di Single Malt sono portato a sperimentare assaggiando prodotti di diverse distillerie e stili. Per me il whisky che mi può appagare è quello che ha qualcosa da dire, una caratteristica unica ed un equilibrio aromatico.
Il bere consapevole, di qualità e il futuro, qual è la tua visione?
Credo che ogni consumatore dovrebbe avere un approccio consapevole al consumo di alcool. Un divulgatore di prodotti alcolici dovrebbe ricordare sempre ai suoi interlocutori che alla base del piacere di degustare una birra, un vino od un distillato e qualsiasi altra cosa che amiamo è la consapevolezza che non dobbiamo abusarne.
Whisky Mania. L’affascinante viaggio di un distillato dalla Scozia all’Italia