Feb 8, 2022

Silvia Casini, Raffaella Fenoglio e Francesco Pasqua

Silvia Casini, Raffaella Fenoglio e Francesco Pasqua

Gli autori di Indomite in cucina ci hanno raccontato di più sul nostro ultimo libro.

 

Ciao ragazzi, bentrovati! Il vostro nuovo libro Indomite in cucina è il secondo per Trenta Editore, e ci fa sbirciare nelle cucine di alcune delle più famose eroine letterarie della storia. Potete raccontarci da dove arriva l’idea e l’ispirazione? Raccontateci qualche aneddoto sulla sua produzione.

S: Un progetto al femminile che sposa letteratura, cinema e gastronomia. Una schiera di donne indomabili. E che fuoco! Sono piene di sfrontatezza, sublime ritrosia, grandiosa potenza, gloria riottosa e hanno fulgide menti scaltre e sagge. Non solo… il loro cuore è invitto. Insomma, costituiscono una meravigliosa impertinenza che si sprigiona persino tra i fornelli.

R: L’ispirazione nasce dal desiderio di produrre un libro che attraverso le ricette racconti una storia. In questo caso la storia di undici eroine letterarie, poi trasposte su pellicola. Figure coraggiose, controcorrente. Raccontate in età infantile, adolescenziale o adulta. Non importa cosa dica l’anagrafe: quando all’orizzonte compare un personaggio credibile e forte i lettori lo amano.

F: A me l’idea della donna “angelo del focolare” sempre in cucina a preparare da mangiare per il marito e la prole fa molto rabbrividire. L’idea perciò era quella di dar vita a un progetto editoriale dove l’accostamento “donna e cucina” rompesse tale stereotipo. Così abbiamo iniziato a selezionare le eroine letterarie più anticonvenzionali entrate nell’immaginario collettivo grazie anche a una trasposizione cinematografica (nel caso di Kay Scarpetta, stiamo scommettendo sull’imminente realizzazione di una serie televisiva prodotta da Jamie Lee Curtis) e ci siamo messi al lavoro. Un aneddoto durante la scrittura? Quando mi sono occupato del personaggio di Clara del Valle, il Cile era in piena campagna elettorale. E siccome nel romanzo di Isabel Allende, La casa degli spiriti, si narra della terribile dittatura di Pinochet, mi sono detto: «spero che l’orrore di quel tempo non torni mai più.» Visto l’esito delle elezioni cilene direi che la mia preghiera è stata ascoltata.

 

Avete un capitolo o una parte preferita? Se sì, raccontateci perché.

S: Mia madre da ragazzina mi chiamava Jo, proprio come Jo March di Piccole donne, perché scrivevo ovunque, inventavo racconti nottetempo e li sceneggiavo. Facevo gli spettacoli per mio fratello. E se Jo se ne andava a spalare la neve per scaraventarsi la vita addosso o si metteva a scrivere per perdersi e poi ritrovarsi, allora va da sé che anch’io sono Jo. Scrivo sempre, perché brucio. Ho lo stesso fuoco indomito di Jo. Tutto conficcato al centro del petto. Un fuoco sacro invisibile ai più.

R: Il mio capitolo preferito è quello di Pippi Calzelunghe, in svedese Pippi Långstrump. Sono innamorata di Pippi per la genialità del personaggio, unito all’assoluta novità e alla rivoluzione culturale che ha attraversato tutta l’Europa insieme alle sue avventure. Astrid Lindgren ha creato una bambina che vive sola, indipendente economicamente e affettivamente, gentile e divertente, che è esattamente la protagonista che tutti i bambini vorrebbero avere come vicina di casa. Per lo meno l’avrei voluta io molti anni fa.

F: Come si fa a scegliere un solo capitolo? Sicuramente sono molto affezionato a quelli su Jo March e su Idgie Threadgoode, ma se proprio ne devo scegliere uno, allora la scelta cade sul capitolo dedicato a quella che per me è la più indomita tra le indomite: Lisbeth Salander. Come mai? Perché, sotto sotto, rappresenta un po’ il mio ideale di donna.

 

Esiste un piatto tra quelli che avete proposto nel libro che possa definirvi? Quel particolare sapore che potrebbe descrivere la vostra personalità, la vostra storia e il vostro vissuto.

S: Se da una parte sono Jo, è anche vero che ho molto di Lisbeth (tranne la parte da incendiaria violenta!). Tiro di boxe da più di 20 anni e spesso tra un set e l’altro mi sono nutrita a suon di toast.

R: Per le ricette, anche se sembrerà strano, parteggio per la cucina di Kay Scarpetta, che si ostina a dichiarare “italiane” le sue pizze cosparse di ragù, come altre stranezze culinarie. A parte queste licenze che la famosissima patologa forense, nata dalla penna di Patricia Cornwell, si prende di quando in quando, Kay è un personaggio meraviglioso, uno dei pochi che ama cucinare, lo fa spesso, abbina ottimi vini e ostenta con orgoglio le sue origini italiane, per la precisione di Verona. Quindi le perdoniamo qualsiasi cosa.

F: Anche qui la scelta è molto ardua, giacché il libro presenta molte ricette di mio gradimento. Direi il pesce spada in umido presentato nel capitolo su Idgie Threadgoode. Non solo perché il sapore di questo piatto richiama in ogni ingrediente la mia terra, la Sicilia, ma anche perché mi riporta indietro nel tempo, quando da bambino andavo con mio padre al mercato di Siracusa e restavo a bocca aperta davanti a queste enormi teste di pesce spada collocate in bella mostra sui banconi dei pescivendoli.

 

Il vostro primo libro con Trenta Editore, La cucina incantata, è una raccolta di ricette tratte dai film del regista giapponese Hayao Miyazaki. Qual è stato l’approccio al lavoro questa volta? Cosa è cambiato rispetto al primo libro?

S: Per strutturare il libro abbiamo passato in rassegna le caratteristiche peculiari di ogni eroina menzionata al fine di poter offrire ai lettori una lezione di meraviglia e di cucina. Tra l’altro, quasi tutte (Kay Scarpetta ancora non è stata portata sul grande o piccolo schermo, ma ben presto la vedremo sicuramente al cinema o in tv) hanno avuto una trasposizione filmica. Pertanto abbiamo rivisto i diversi lungometraggi e serie tv con protagoniste le eroine menzionate nel testo. È stata una bella maratona filmica e letteraria!

R: L’approccio è stato più ampio perché abbiamo analizzato diversi generi letterari e diverse epoche, quindi abbiamo avuto più scelta, più discussioni, e abbiamo operato un’analisi approfondita delle eroine coinvolte. Le domande sono state: questa figura femminile è davvero indomita? Ha portato alla letteratura e al cinema un esempio di energia, coraggio e indipendenza affettiva? Vogliamo sia una delle undici prescelte? Quando riuscivamo a inquadrarle in questi parametri, allora diventava una nostra eroina.

F: Se con La cucina incantata abbiamo vissuto la bellissima esperienza di volare dentro al mondo del grande Hayao Miyazaki, raccontandone anche l’evoluzione registica e tematica, con Indomite in cucina abbiamo dovuto “viaggiare” tra diversi mondi, diversi caratteri, restando sempre fedeli alla premessa iniziale: raccontare il lato più ribelle di ciascuna eroina.

 

Che cosa vi aspettate da Indomite in cucina? Qual è secondo voi il target di riferimento e perché?

Tutti: Ci aspettiamo un successo, come per il volume precedente… ovviamente per volare basso! Scherziamo! Pensiamo che il libro possa interessare agli amanti dei generi cine-gastronomico o gastronomico-letterario.  Il target di riferimento, infatti, è composto da coloro che adorano la letteratura, la cucina, il cinema e più in generale il mondo femminile. L’importante è che siano anche persone avventurose e aperte a nuove esperienze culinarie.

 

Su quale base avete scelto le eroine presenti nel libro? Quali erano le caratteristiche principali che stavate cercando? Ce n’è una che vi sta particolarmente a cuore?

S: Volevamo “impastare” figure femminili eterogenee, piene di ardimento, di coraggio e di tenerezza selvaggia. E ci siamo riusciti. C’è chi usa la magia, chi l’ingegno, chi l’astuzia, chi la sua percezione sottile, chi l’irriverenza e chi la ribellione silenziosa. Tutte, ma proprio tutte, sono degne di ascolto. Io ho volutamente desiderato inserire nel testo Jo, Lisbeth e Mary Poppins. D’altronde, senza uno spudorato amore, un cuore furibondo e un pizzico di magia, che vita sarebbe?

R: Il filo conduttore del libro parte dal titolo del volume Indomite in cucina. Volevamo delle eroine non classiche, non banali, non noiose, in poche parole non prevedibili. Dopo una consultazione abbiamo redatto la lista delle undici prescelte. Ognuno di noi aveva le proprie beniamine, per le quali faceva il tifo spudoratamente. Ora che il libro è pronto, proprio come si fa con i figli, possiamo dire che vogliamo bene a tutte in modo uguale. Ma se posso farvi una confidenza, e che rimanga fra noi, io ho puntato con insistenza affinché nella scelta definitiva ci fossero Pippi Calzelunghe, Kay Scarpetta, Katniss Everdeen e Clara del Valle.

F: Lisbeth Salander, Jo March e Idgie Threadgoode sono le mie preferite. Detto ciò, la scelta delle undici indomite (scelta non facile perché potevamo metterne almeno altre undici) è stata dettata sia dall’affetto che lega ciascuno di noi ad alcune di loro, sia dall’idea di raggiungere più generazioni di lettrici e lettori. Motivo per il quale, per esempio, abbiamo deciso di far convivere nello stesso libro personaggi classici, come Jane Eyre, con altri più moderni, come Hermione Granger e Katniss Everdeen.

 

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