Cristiano Bonolo e Laura Onorato
Gli autori di Vaporose consistenze ci hanno raccontato di più sul nostro ultimo libro.
Ciao Cristiano, ciao Laura, cominciamo l’intervista con un piccolo trabocchetto. Descrivetevi in 30 parole!
C: Sono una persona difficile con tante idee per la testa e la voglia di farle tutte. Purtroppo mi scontro con il tempo e le energie fisiche che non sono infinite.
L: Sono tante cose, tra cui farmacista e biologa nutrizionista con la passione per la cucina buona e sana, ma sono soprattutto una mamma siciliana di mare aperto che vive a Milano e porta Palermo nel cuore.
Il vostro libro Vaporose consistenze ci porta alla scoperta della cucina a vapore e di tutti i suoi benefici. Potete raccontarci da dove arriva l’idea e l’ispirazione? Raccontateci qualche aneddoto sulla sua produzione.
C: L’idea era da un po’ di tempo che mi girava in testa, poi l’incontro con Paola Massobrio ha dato via a una collaborazione e a una serie di incontri con altre persone, tra cui Laura, che hanno concretizzato il progetto di questo libro. L’idea è stata quella poi di fare un libro inclusivo, con ricette che non sono della mia cucina, per renderlo adatto a tutti, e per farlo è stato importante il lavoro di Laura.
L: Queste tecniche di cottura mi hanno sempre incuriosita. Le conoscevo solo dal punto di vista teorico. Incontrare Paola e Cristiano mi ha permesso di sperimentarle e dare il via a questo meraviglioso progetto.
Avete un capitolo o una parte preferita? Se sì, raccontateci perché.
C: Non esiste una parte preferita, abbiamo provato e sperimentato molto e se devo scegliere starei sui dolci che sono sempre stati la mia passione. La prima ricetta che ho fatto in vasocottura è stata la mia versione torta speziata di carote e come sempre mi ha dato ottime soddisfazioni.
L: Domanda molto difficile. Quasi impossibile scegliere. Se proprio devo, però, ho amato il capitolo sulle sfiziosità. Nell’immaginario comune le sfiziosità sono tanto amate quanto temute perché ricche di cibi grassi e molto calorici. Le nostre ricette però sono diverse: stuzzicano il palato senza quei brutti sensi di colpa.
Per Trenta Editore la “Buona Tavola suscita emozioni”, cosa rende speciale la vostra tavola?
C: La facilità.
L: Una tavola ricca di piatti semplici da realizzare e buonissimi da gustare.
Qual è la vostra personale definizione di creatività?
C: Creatività è la capacità di essere curiosi verso il mondo, è la sana curiosità che ti pone di fronte ai tuoi limiti e ti invoglia a superarli.
L: Abbattere gli schemi e spaziare verso qualcosa che non conosci e che può sorprenderti.
Esiste un piatto tra quelli che avete proposto nel libro che possa definirvi? Quel particolare sapore che potrebbe descrivere la vostra personalità, la vostra storia e il vostro vissuto.
C: Sicuramente i panini con la frittata di ceci, più che altro perché richiamano la mia infanzia, i picnic la domenica e numerosi altri ricordi legati a tappe importanti della mia vita.
L: Mini plumcake al vapore. Le colazioni della domenica, il buon profumo del dolce appena sfornato, una tavola ben apparecchiata e la musica di sottofondo. Sa di casa, di famiglia.
La Buona Tavola e il futuro, qual è la vostra visione?
C: Usciamo da un periodo particolare di difficoltà non solo economica e sarà necessario rimboccarsi le maniche nei mesi a venire. È una buona occasione per un reset totale, per un nuovo inizio, dando priorità all’aspetto etico della buona tavola e alla cura della materia prima.
L: Bisogna staccarsi dall’idea che ciò che è buono deve essere necessariamente “proibito”. Bisogna dunque puntare non soltanto sulla qualità della materia prima, ma anche sugli abbinamenti e sui metodi di cottura. Dobbiamo accogliere l’idea che per realizzare un piatto buono e che fa bene bastano poche mosse. E la nostra salute ci ringrazierà!