Emanuele Donalisio
Lo chef autore del libro Contaminazioni di Gusto, ci ha raccontato di più sul nostro ultimo libro.
Ciao Emanuele, cominciamo l’intervista con un piccolo trabocchetto. Descriviti in 30 parole!
Sono uno chef determinato negli obiettivi, tendo a perseverare senza mai mollare nel raggiungimento di questi ultimi, devoto al proprio mestiere e ispirato dalla natura dei ricordi.
Il tuo libro Contaminazioni di gusto… puoi raccontarci da dove arriva l’idea e l’ispirazione? Raccontaci qualche aneddoto della sua produzione.
L’idea e l’ispirazione sono arrivate quando mi è stata proposta la possibilità di scrivere un libro di cucina, quindi le numerose esperienze lavorative all’estero mi hanno permesso di sviluppare un insieme di ricette personali, contaminate dai numerosi viaggi.
I ricordi dei gusti e dei profumi di numerosi viaggi lavorativi all’estero, grazie ad amici e produttori di frutta esotica e verdura, sono riaffiorati dando vita a ricette e piatti che ricordano appunto nei profumi, nei gusti e nei colori esperienze e lezioni di vita e cucina.
Hai un capitolo o una parte preferita? Se sì, raccontaci perché.
Non ho un capitolo preferito in quanto ogni piatto racconta esperienze e momenti piacevoli e degni allo stesso modo di nota. Sicuramente i piatti a cui tengo di più sono quelli i cui gusti, profumi e ingredienti mi ricordano i momenti passati in famiglia.
Per Trenta Editore la “buona tavola suscita emozioni”, cosa rende speciale la tua tavola?
A rendere speciale la mia tavola sono l’amore e la passione che ogni giorno, sempre di più, metto in cucina, dando il massimo per trasmettere le stesse passioni ed emozioni ai miei clienti.
Qual è la tua personale definizione di creatività?
Per me creatività significa la naturalezza e la spontaneità che permettono in qualunque momento di risolvere le situazioni senza doversi fermare e di stupire dal nulla con il proprio istinto.
Esiste un ingrediente che possa definirti? Quel particolare sapore che potrebbe descrivere la tua personalità, la tua storia e vissuto.
Il lievito, simbolo di genio e sregolatezza. Il lievito reagisce sempre in base al clima, alle temperature, alle giornate e a come lo si tratta, dando risultati completamente diversi.
La Buona Tavola e il futuro, qual è la tua visione?
Penso che per Buona Tavola si possa intendere la qualità dei prodotti, le persone con le quali la si condivide e l’educazione nello stare assieme. L’ottimo cibo senza la giusta compagnia e la giusta condivisione non è mai soddisfacente. Io sostengo prima di tutto che il rispetto e la condivisione della tavola siano la cosa più importante, tenendo conto che essere seduti a tavola significa passare dei bei momenti in pace e serenità e che per poter godere del buon cibo è necessario stare bene con se stessi e con gli altri.