Nov 30, 2020

Giuseppe Costa

Giuseppe Costa

L’autore del libro Sicilia d’A-mare, ci ha raccontato di più sul nostro ultimo libro.

 

Ciao Giuseppe, cominciamo l’intervista con un piccolo trabocchetto. Descriviti in 30 parole!

Sono una persona che ha tanti progetti per la testa , ho sempre bisogno di stimoli e quindi mi prefiggo sempre degli obiettivi che cerco di raggiungere. Mi definirei quindi caparbio.

 

Raccontaci da dove arriva l’idea e l’ispirazione del tuo libro. 

L’idea del libro era un pensiero fisso già da un po’. Faccio questo lavoro da 20 anni e da 12 ho il mio ristorante, quindi mi piaceva l’idea di lasciare “ai posteri” qualcosa che mi rappresentasse. Qualcosa che servisse a mantenere viva la memoria quando un giorno mi ritirerò. Credo che questo libro abbia raggiunto l’obiettivo perché, attraverso le ricette descritte, ritrovo tutto il mio percorso.  In particolare rivivo gli anni del mio ristorante, tutti i momenti belli ma anche quelli brutti, che sono parimenti importanti perché ritengo che proprio attraverso le difficoltà spesso si trovi lo spunto per crescere e migliorarsi.

 

Hai un capitolo o una parte preferita? Se sì, raccontaci perché.

Non ho dubbi: la sezione dedicata all’influenza saracena. Ritengo che la cultura gastronomica lasciataci dagli arabi sia, infatti, quella che più si avvicina a noi. E non è un caso se proprio in quella sezione siano raccolti molti dei piatti che più mi stanno a cuore.

 

Per Trenta Editore la “buona tavola suscita emozioni”, cosa rende speciale la tua tavola?

La semplicità.

 

Qual è la tua personale definizione di creatività?

Secondo me creativo è chi racconta la storia di un territorio con le sue culture.

Esiste un ingrediente che possa definirti? Quel particolare sapore che potrebbe descrivere la tua personalità, la tua storia e vissuto.

Il pomodoro perché è dolce ma anche acido, ed è proprio la combinazione di queste caratteristiche che gli consente di esprimere il meglio di sé e di renderlo protagonista di tanti piatti.

 

La Buona Tavola e il futuro, qual è la tua visione?

Sono molto positivo riguardo al futuro della cucina. Ritengo che, specie dopo questo periodo difficile, sarà premiato chi ha lavorato sempre bene e ha seminato parimenti, collaborando anche con le filiere dei prodotti, prendendosi cura della materia prima dal campo alla tavola. Sono convinto che il nostro settore sarà in continua evoluzione e crescita.

 

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