Ott 24, 2021

MANUELA SORESSI

Manuela Soressi

Una delle autrici de Il Paese dei limoni ci ha raccontato di più sul nostro ultimo libro.

 

Ciao Manuela, cominciamo l’intervista con un piccolo trabocchetto. Descriviti in 30 parole!

Sono una persona che ha fatto della curiosità una professione. Il lavoro di giornalista è fatto proprio per me: mi permette di continuare a fare scoperte appassionanti e di conviderne il piacere con gli altri.

 

Il tuo libro Il Paese dei limoni ci porta alla scoperta di uno degli ingredienti più amati della cucina italiana: il limone. Puoi raccontarci da dove arriva l’idea e l’ispirazione? Raccontaci qualche aneddoto sulla sua produzione.

Vorrei poter dire che il libro nasce per nobili scopi, ma in realtà lo si deve principalmente alla mia personale passione per questi agrumi. Trovo che i limoni siano bellissimi, che portino la luce e l’atmosfera del Mediterraneo in ogni casa e che siano anche buonissimi da mangiare. E poi mi stupisce sempre come siano presenti in tante ricette della cucina italiana, ma quasi in secondo piano, senza farsi troppo notare. Insomma, sono una fan dei limoni. E, dopo aver visitato i meravigliosi limoneti in tante parti d’Italia (come le limonaie vista lago del Garda), averne visto la coltivazione eroica (come quella dei contadini volanti della costiera amalfitana), aver scoperto le storie che stanno dietro alcune varietà (come l’Interdonato), aver assaporato il piacere di una limonata fresca in un torrido agosto siciliano e aver divorato un’irresistibile delizia al limone in un giardino di Sorrento, beh, non potevo non raccontare queste emozioni e farne materia per un libro!

 

Hai un capitolo o una parte preferita? Se sì, raccontaci perché.

In realtà no perché il libro è stato pensato come un percorso di viaggio tra i limoni. E quindi, come accade con questi frutti, l’insieme è più gustoso che non le singole parti!

 

Per Trenta Editore la “Buona Tavola suscita emozioni”, cosa rende speciale la tua tavola?

Il gusto per gli abbinamenti. Non sono una grande cuoca (anzi, non sono neppure una piccola cuoca), ma non posso fare a meno di cercare il modo migliore per valorizzare ogni piatto grazie agli accostamenti (anche arditi) che ne esaltano le caratteristiche e la presentazione.

 

Qual è la tua personale definizione di creatività?

Non ho una mia definizione. Ognuno di noi è creativo, a modo suo. L’importante è scoprire come e saper coltivare quest’attitudine.

 

C’è un limone in particolare che ti è rimasto nel cuore? Quale e perché?

Amo così tanto i limoni che non riesco a preferirne l’uno all’altro. Invece mi piace affidarmi alla stagionalità: ogni mese dell’anno ne porta nuove tipologie, molto diverse per forma, colori, profumi e acidità. Assecondare questo calendario alimenta il mio stupore verso questi frutti meravigliosi e me li fa apprezzare ancora di più.

 

La Buona Tavola e il futuro, qual è la tua visione?

C’è un profondo e condiviso ritorno alle radici della produzione alimentare per cui il piacere del cibo è sempre più anche piacere di conoscere da dove arriva e com’è stato ottenuto. Credo che la cucina valorizzerà sempre più le materie prime di qualità, ottenute in modo sostenibile per l’ambiente e le persone. E spero che continuerà a rappresentare il modo più quotidiano, coinvolgente e piacevole per assaporare il “melting pot” che caratterizza da sempre la vita sul nostro pianeta.

 

Il Paese dei limoni è disponibile su Amazon!