Lug 16, 2024

Mariangela Cianti Rinaldi

Mariangela Cianti Rinaldi - foto

Mariangela Cianti Rinaldi

Intervista all’autrice di Sapor di note. Golosa rilettura delle opere di Giacomo Puccini che ci porta nel suo viaggio, personale e familiare, tra vecchi libretti, ritagli di giornale e aneddoti sulla vita, l’arte e le passioni culinarie del Maestro.

 

Ciao Mariangela, cominciamo l’intervista con un piccolo trabocchetto. Descriviti in 30 parole!

“La mia mamma è molto IDEOSA” così Lavinia – mia figlia – mi descrive in seconda elementare! Sono così anche oggi: amo l’arte, il bello, la storia, insomma la vita. Ho trovato la sintesi di tutto questo nella cultura del cibo, della tavola, del convivio.

Il tuo libro Sapor di note ci porta alla scoperta del mondo personale, culinario e musicale di Giacomo Puccini. Puoi raccontarci da dove arriva l’idea e l’ispirazione? Svelaci un aneddoto della sua produzione.

La scoperta di un “tesoro di carta di famiglia”, fatto di vecchi libretti di opere di Puccini mi ha spalancato un mondo di emozioni, sentimenti, pensieri, affetti, ma anche di curiosità e di ricordi. C’era anche altro però, c’era una “nota golosa” che ad altri era sfuggita e che per me è stata importantissima e mi ha fatto entrare in un mondo meraviglioso di armonie e gusti, non solo di note.

Tra le pagine 47 e 48 dell’ingiallito libretto di Manon Lescaut (1893) ho trovato, oltre ad appunti e indimenticati segni di matita, una margherita (forse) seccata dal tempo che si è immediatamente disfatta in mille pezzettini di memoria. Mi è sembrato un segnale, come dire: missione compiuta.

Hai un capitolo o una parte preferita? Se sì, raccontaci perché.

L’amore per la musica e per Puccini, che mi è stato trasmesso dalla mia famiglia e da mia madre in particolare, mi rende difficile preferire un’opera rispetto alle altre. Ogni componimento e ogni nota sono per me una parte di un tutto indivisibile. Però, riconosco che gli anni della difficile gioventù di Puccini mi affascinano e mi emozionano in modo particolare per la forza e la fede che egli ripose nella sua arte, questo forse mi fa amare un po’ di più Boheme.

Per Trenta Editore la “Buona Tavola suscita emozioni”, cosa rende speciale la tua tavola?

La mia tavola è il modo di abbracciare le persone che vi si siedono e dire loro che li amo e che sono felice che siano con me. Sia che ci sia la tovaglia a quadretti della quotidianità che quella di lino cifrata del corredo di famiglia. Il menu? Un po’ a sorpresa, un po’ di tradizione, un po’ di futuro, condito con il piacere di… esserci.

Qual è la tua personale definizione di creatività?

La creatività è un’idea bella che stringo forte nella mia mano e… aspetto il momento, che prima o poi arriva, per farla volare…come una farfalla (pucciniana!).

Tra le opere di Puccini, o tra i suoi personaggi, ce ne è uno/una che pensi possa definirti? Qualche particolare caratteristica musicale o caratteriale che potrebbe descrivere la tua personalità, la tua storia e il tuo vissuto.

Mi sento un po’ Tosca perché è forte, coraggiosa, volitiva, appassionata, generosa, ma anche un po’ Mimì che si commuove e canta… “ma quando vien lo sgelo il primo sole è mio”.

La Buona Tavola e il futuro, qual è la tua visione?

Finché ci sarà una tavola apparecchiata con amore, sia con caviale che con polpette, ci sarà speranza per tutti noi. Sento forte il dovere di un’educazione alla Buona Tavola che non è solo educazione alimentare ma anche educazione agli affetti che possono nascere intorno a una tavola apparecchiata.

SAPOR DI NOTE. GOLOSA RILETTURA DELLE OPERE DI GIACOMO PUCCINI