Monica Papagna
L’autrice del libro Un Biscotto al Giorno (o quasi), ci ha raccontato di più sul nostro ultimo libro.
Ciao Monica, cominciamo l’intervista con un piccolo trabocchetto. Descriviti in 30 parole!
È difficile perché sono estremamente sintetica e me ne basterebbero molte meno, ma ci provo! Sono una persona estremamente organizzata, scrivo tutto su carta pur essendo digital, riempio agende e quaderni. Sono gentile, sempre sorridente e mi piace cucinare, soprattutto per gli altri.
Puoi raccontarci da dove arriva l’idea e l’ispirazione del tuo libro Un Biscotto al Giorno (o quasi)? Raccontaci qualche aneddoto sulla sua produzione.
Sono passati più di 10 anni dall’apertura del mio blog “Un biscotto al giorno” ed era da qualche tempo che pensavo a una versione su carta. Ho raccolto tutti i miei biscotti del cuore – che mi hanno accompagnato in questi anni – e qualche bella novità che valeva la pena condividere.
Hai un capitolo o una parte preferita? Se sì, raccontaci perché.
I biscotti di Natale! La mia passione per i biscotti arriva da lì, amo il Natale e le tradizioni di tutto il mondo. Mi piacerebbe che il periodo di Natale durasse tre mesi.
Per Trenta Editore la “buona tavola suscita emozioni”, cosa rende speciale la tua tavola?
La condivisione, trovo impossibile pensare a una tavola solitaria, per me la cucina è condivisione.
Qual è la tua personale definizione di creatività?
Mi piace studiare e conoscere sempre cose nuove. La creatività si sviluppa con la cultura e lo studio, conoscendo il passato si può guardare avanti e creare.
Esiste un ingrediente che possa definirti? Quel particolare sapore che potrebbe descrivere la tua personalità, la tua storia e il tuo vissuto.
Il burro! È morbido come me e sempre affidabile, tutto quello in cui si mette il burro diventa una magia.
La Buona Tavola e il futuro, qual è la tua visione?
Si sta andando verso un futuro in cui il cibo sarà sempre più salutare. Staremo più attenti a quello che mettiamo nel nostro organismo, agli ingredienti, alle origini dei prodotti. È un futuro che mi piace.