Peter Brunel
L’autore de La scienza degli ortaggi ci ha raccontato di più sul nostro ultimo libro.
Ciao Peter, cominciamo l’intervista con un piccolo trabocchetto. Descriviti in 30 parole!
Direi visionario e psicopatico, ma costruttivo.
Il tuo libro La scienza degli ortaggi ci porta alla scoperta della tua cucina attraverso degli ingredienti che ti hanno sempre accompagnato lungo tutto il tuo percorso: i vegetali. Puoi raccontarci da dove arriva l’idea e l’ispirazione? Raccontaci qualche aneddoto sulla sua produzione.
La costruzione di questo libro nasce dal voler concretizzare un percorso che dura ormai da anni. È quindi un breve racconto della mia esperienza attraverso i miei ortaggi che sono declinati in famiglie e non in un menu vegetariano, tanto è vero che inserisco degli elementi esterni (tendenzialmente di pesce) che servono per valorizzare la stessa verdura. Per me è fondamentale raccontare una storia che parta dall’inizio, dal mio “tessuto embrionale”. Così diventa importante lo studio dell’ingrediente, la conoscenza dell’ortaggio, che mi servirà poi per realizzare la ricetta.
Hai un capitolo o una parte preferita? Se sì, raccontaci perché.
Indubbiamente gli ortaggi da tubero, con la mia patata, che ha ormai preso mille forme diverse. È sicuramente l’ortaggio che amo di più.
Per Trenta Editore la “Buona Tavola suscita emozioni”, cosa rende speciale la tua tavola?
Il mix tra accoglienza, esperienza al tavolo e visione dello chef.
Qual è la tua personale definizione di creatività?
Tradizione = innovazione.
Esiste un piatto tra quelli che hai proposto nel libro che possa definirti? Quel particolare sapore che potrebbe descrivere la tua personalità, la tua storia e il tuo vissuto.
Direi sicuramente lo spaghetto di patata al pomodoro, che è l’espressione della mia identità.
La Buona Tavola e il futuro, qual è la tua visione?
Gli ortaggi. Questi ingredienti li vedo perfettamente inseriti in un’evoluzione di vita, di benessere e di qualità.