Questo libro nasce dalla voglia di scoprire e comprendere i cosiddetti vini “ancestrali”, mettendo in evidenza non solo le produzioni tradizionali (e spesso più antiche) di altri paesi, ma anche e soprattutto quelle italiane. Il passaggio alle birre sour (acide), al sidro e all’idromele è stato quasi spontaneo: quel ‘terroir’ inteso come insieme di elementi legati a geologia, clima, cultura, tradizione, conoscenze e lavoro degli uomini che accomuna spesso i grandi vini ha rappresentato lo stesso filo conduttore per i prodotti appena citati.
Ecco allora l’idea di andare alla scoperta di quelle bevande fermentate meno conosciute, ma non per questo meno preziose: ne emerge un quadro di territori e storie che si intersecano, tradizioni millenarie, materie prime curate con amore e selezionate con attenzione ai minimi dettagli. Insomma, una visione del mondo da veri artigiani che, in ultima analisi, nutre anche il nostro spirito, oltre a rivelarci dei prodotti che certamente meritano quel po’ di ricerca e di sforzo che richiedono per essere trovati, offrendo un’insolita alternativa in molti momenti della giornata.
Si è avvicinata alla birra dopo un percorso da sommelier del vino. Nel 2015 ha fondato
The Good Beer Society, un progetto dedicato alla formazione e agli eventi birrari, che le ha dato l’opportunità di scoprire paradisi birrari italiani ed europei. Nel frattempo è diventata socia e poi consigliera dell’Associazione Le Donne della Birra, contribuendo alla promozione della cultura della birra e della parità di genere in questo settore.
Nel 2020 si è avvicinata ai vini ancestrali, scoprendo delle “bollicine” entusiasmanti per la loro diversità e, dalla riflessione sulle varie nicchie di bevande alcoliche effervescenti, è nato il desiderio di approfondirne la conoscenza. Già autrice di Fatti di birra, Michela è alla sua seconda esperienza editoriale.