Roberto Miranti
Intervista a Roberto Miranti, autore del nostro libro Mono Porzioni
Ciao Roberto, cominciamo l’intervista con un piccolo trabocchetto. Descriviti in 30 parole!
Determinato, ambizioso, competitivo. Credo che 3 possano bastare!
Mono Ispirazioni nasce dalla tua profonda passione per la pasticceria. Puoi raccontarci com’è iniziata e da dove hai preso l’ispirazione per il libro? Raccontaci qualche aneddoto sulla sua produzione.
Il libro nasce dal contesto dei social, dove ogni giorno notavo post di persone sconosciute che proponevano video book o libri pubblicati da loro. Io, nonostante avessi svolto 3 campionati italiani e una selezione mondiale, non avevo messo ancora bianco su nero la mia trascorsa esperienza e volevo lasciarne traccia a coloro che avessero avuto voglia di leggermi. Sicuramente un altro stimolo è stato lasciare ai miei figli un ricordo un qualcosa di scritto, una testimonianza indiscussa per ricordare che io ho fatto qualcosa di concreto e che spero non venga dimenticato. Volevo che un giorno potessero dire: “Mio papà ha fatto qualcosa di grande!”.
Hai un capitolo o una parte preferita? Se sì, raccontaci perché.
La mia parte preferita è l’impronta della mia produzione in pasticceria, quella che ho riportato nel libro: dolci moderni, senza essere appesantiti da decorazioni e con gusti esplosivi, ma il capitolo che mi piace forse un po’ di più è il salato nella parte finale, perché è quello che i pasticceri curano meno e io volevo rendere giustizia al salato come il dolce stratificato e strepitosamente buono ed esplosivo che è.
Per Trenta Editore la “Buona Tavola suscita emozioni”, cosa rende speciale la tua tavola?
Cosa suscita in me la buona tavola? Il cibo, soprattutto quello italiano, che è fra i più strepitosi del mondo. A mio parere, l’italiano è il migliore fra gli chef, questo grazie ad alcuni personaggi che hanno portato nel mondo la nostra esperienza. Ricordo una frase di un noto maestro, che diceva: “I francesi oltrepassavano le Alpi per venire a Torino e poter copiare i nostri piccolissimi bignè; ora si credono i migliori, ma sulla cresta del mondo pavoneggiano gli italiani”.
Qual è la tua personale definizione di creatività?
La creatività secondo me nasce da dentro, si può essere più o meno creativi, ma puoi comunque imparare a stimolarla.
Esiste una ricetta tra quelle che hai proposto nel libro che possa definirti? Quel particolare sapore che potrebbe descrivere la tua personalità, la tua storia e il tuo vissuto.
Una ricetta che mi può assomigliare è la mono Caraibica, con un cremoso soffice, leggero e amabile, ma con al suo interno il rhum, che spicca come la mia determinazione.
La Buona Tavola e il futuro, qual è la tua visione?
Se volete sapere cosa c’è ho in serbo per il futuro, dovrete seguirmi sui social e venirmi a trovare in pasticceria!