Apr 23, 2023

Stefano Canosci

Stefano Canosci

Intervista a Stefano Canosci, autore del nostro libro Pizza Revolution.

 

Ciao Stefano, cominciamo l’intervista con un piccolo trabocchetto. Descriviti in 30 parole!

Sono un uomo creativo che ha unito la sua passione al suo stile di vita, un pizzaiolo fuori dagli schemi che ha rivoluzionato la pizza per adattarla alla sua identità.

 

Il tuo libro Pizza Revolution è un inno alla tua grande passione: la pizza. Puoi raccontarci da dove arriva l’idea e l’ispirazione per il libro? Raccontaci qualche aneddoto sulla sua produzione.

L’idea nasce dopo un incontro con Marina Caccialanza che mi ha incoraggiato a scrivere un libro in cui raccontare la mia storia personale e professionale. Mi ha messo in contatto con Barbara Carbone, la CEO di Trenta Editore, con la quale c’è stata fin da subito sintonia. Volevo scrivere un libro che non mettesse un punto al mio percorso professionale, anzi una virgola. Volevo anche rendere partecipi nella mia realtà professionale gli appassionati di cucina. Grazie a Marina e Barbara mi è stato possibile. Il libro è stato scritto in periodi difficili, ma anche in momenti più tranquilli. Infatti una buona parte è stata realizzata mentre ero in vacanza, ma al ritorno mi sono accorto che non avevo salvato niente di quello che avevo scritto!

 

Hai un capitolo o una parte preferita? Se sì, raccontaci perché.

Certamente una parte del libro che apprezzo molto è quella in cui racconto dei miei esordi e della scelta di seguire la corrente dei pizzaioli toscani.

 

Per Trenta Editore la “Buona Tavola suscita emozioni”, cosa rende speciale la tua tavola?

Con i miei piatti voglio trasmettere la storia dei prodotti, per questo utilizzo ingredienti di alta qualità e del territorio, proponendo in tavola piatti della tradizione da scoprire. Il mio obiettivo, infatti, è quello di vedere tornare i clienti nel mio locale, perchè significa che hanno capito e apprezzato ciò che volevo trasmettere.

 

Qual è la tua personale definizione di creatività?

Potrà sembrare particolare, ma la parola che utilizzerei è “pazzia”. Con questa parola intendo la fiamma che è dentro ognuno di noi che vuole bruciare a tutti i costi.  Come dipingere un quadro, realizzare un piatto vuol dire esprimere con passione questa fiamma, ovvero esprimere la nostra identità.

 

Esiste un piatto tra quelli che hai proposto nel libro che possa definirti? Quel particolare sapore che potrebbe descrivere la tua personalità, la tua storia e il tuo vissuto.

La Scarpetta è sicuramente il piatto che definisce la mia storia. È stato creato perchè volevo ricordare il bambino che nella cucina dei suoi nonni aspettava solo di immergere il pane negli intingoli più buoni. Sono una persona a cui piace fare tutto fuori dagli schemi, anche in cucina, e la nascita della Pizza & Scarpetta ne è la prova.

 

La Buona Tavola e il futuro, qual è la tua visione?

Purtroppo non vedo un futuro roseo per la Buona Tavola. La globalizzazione anche gastronomica ha portato a un appiattimento dei sapori e di conseguenza i consumatori sono sempre meno attenti alla qualità dei prodotti che mangiano. Io, insieme ad altri pizzaioli e chef, dovremo lottare per non lasciare che la cucina italiana e anche quella mediterranea perdano la loro distintività.

 

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