Vitantonio Lombardo
Intervista a Vitantonio Lombardo, autore del nostro nuovo libro Cuore, Testa, Pancia.
Ciao Vitantonio, cominciamo l’intervista con un piccolo trabocchetto. Descriviti in 30 parole!
Uomo innamorato della sua Famiglia, della sua Terra e del suo Lavoro. Testardo, passionale, istintivo e sognatore. Vive il suo presente creando il suo futuro senza abbandonare le sue origini.
Il tuo libro Cuore, Testa, Pancia. è un inno alla tua passione, la cucina, alla vita, all’amore, alle origini, alla cultura gastronomica italiana e alle sue materie prime eccellenti. Puoi raccontarci da dove arriva l’idea e l’ispirazione per il libro? Raccontaci qualche aneddoto sulla sua produzione.
Penso che un libro sia un coronamento di un percorso, nel mio caso arrivato probabilmente in un momento nel quale effettivamente mi sono reso conto di avere qualcosa da raccontare. Ho avuto voglia di lasciare un segno mettendo nero su bianco quello che ho fatto in questi ultimi anni di lavoro e oggi, tra ricette, immagini e racconti che possono inevitabilmente ricondurre a Vitantonio Lombardo.
Hai un capitolo o una parte preferita? Se sì, raccontaci perché.
Penso che un libro sia un coronamento di un percorso, nel mio caso arrivato probabilmente in un momento nel quale effettivamente mi sono reso conto di avere qualcosa da raccontare. Ho avuto voglia di lasciare un segno mettendo nero su bianco quello che ho fatto in questi ultimi anni di lavoro e oggi, tra ricette, immagini e racconti che possono inevitabilmente ricondurre a Vitantonio Lombardo.
Per Trenta Editore la “Buona Tavola suscita emozioni”. Cosa rende speciale la tua tavola?
Beh, il titolo del mio libro: Cuore, Testa, Pancia!
Qual è la tua personale definizione di creatività?
La creatività è per me qualcosa di diverso, qualcosa che non ti aspetti, un qualcosa che ti coinvolga ma allo stesso tempo non deve allontanarti da quello che è il senso della Buona Tavola, ossia il piacere di mangiare e di godere di quello che il cuoco ha preparato. In tal senso la creatività non deve essere mai vista solo ed esclusivamente come l’ego del cuoco che vuole esprimere la sua tecnica o i risultati delle sue ricerche togliendone poi il piacere al palato, lasciandone solo il piacere visivo o uditivo, ma concretizzare ogni processo creativo nella goduria di ogni boccone.
Esiste un piatto tra quelli che hai proposto nel libro che possa definirti? Quel particolare sapore che potrebbe descrivere la tua personalità, la tua storia e il tuo vissuto.
Difficile scriverne uno in quanto trattasi di 42 miei piatti, miei pensieri, mie storie, miei racconti, miei vissuti. Di sicuro di essi ce ne sono alcuni che inevitabilmente diventano dei cult e le persone vengono di proposito per mangiarli, tra tutti Pizza in Black, Mi è Caduto l’Uovo nell’Orto, L’Ultimo Bacio e tanti altri, ma la cosa più bella è la fiducia che ripongono in te anche nella voglia di voler provare ciò che hai pensato di nuovo.
La Buona Tavola e il futuro, qual è la tua visione?
Mi verrebbe da dire che la Buona Tavola è sempre esistita ed esisterà sempre. Apparteniamo a un Paese ricco di storia e tradizioni come pochi al mondo, fatto di condizioni geografiche e bioclimatiche che ci permettono di avere dei prodotti eccezionali. Ora per il resto tocca a noi cuochi fare “la Buona Tavola” e a voi “ricercarla”.